Eventi Estremi e Disastri

Gli eventi estremi sono fenomeni naturali fuori dalla norma. Avviene un disastro quando un evento estremo impatta in un contesto abitato dall'uomo.

Belice 15/01/1968

L'impatto sociale è enorme. Alcune centinaia i morti, 100.000 i senza tetto, 12.000 emigrano al nord. Denunce, conflitti rendono difficile la ricostruzione.

Inondazioni

Un'inondazione stravolge la vita quotidina. Causa danni enormi al privato e alla collettività e decontestualizza la normalità della vita quotidiana.

Ricostruzione

Demolire? Conservare? Un problema di eredità Storica. La sequenza sismica iniziata il 20 maggio 2012 è una grave emergenza. Possiamo ignorare che i campanili sono una sorta di anima antica dei luoghi?

Maremoto, Esodo

Il maremoto per eccellenza è narrato nell'esodo. Consentì agli ebrei il passaggio del Mar Rosso e travolse le armate del faraone. Questa icona del miracolo nasconde qualche evento realmente accaduto? Miniatura da un codice in pergamena del 1300 (circa). Parma, Biblioteca Palatina, Fondo ebraico, ms. Parm.2887

Alluvione

La resa dei conti. Inesorabile. L'acqua trascina materiali che ostruiscono l'alveo. Il Fiume si trasforma in una forza distruttiva. Da dove inizia il problema?

Terremoto del Belice

Belice 15/01/1968: l'impatto sociale è enorme. Alcune centinaia i morti, 100.000 i senza tetto, 12.000 emigrano al nord. Denunce, conflitti rendono difficile la ricostruzione.

La fragilità dell'abitare.

I rischi sono il risultato di scelte umane. La pericolosità è della natura. Chi girerebbe con un'auto senza freni.

Egitto XIII secolo a.C.

Ramesseo, Colosso di Ramesse II. Tebe Ovest (Luxor). Si conoscono terremoti avvenuti durante il regno di Ramesse II. A Tebe Ovest sono documentati danni a monumenti antichi causati da sismi.

1456 vs 1980

Grandi terremoti a confronto: eventi da conoscere. Dicembre 1456: area di danni enorme, si ipotizzano quattro terremoti vicini. 27 Novembre 1980: Irpinia, oltre duemila morti, danni gravissimi.

17/11/1570

Effetti del terremoto del 17/11/1570 nel Ferrarese Durò quattro anni con oltre 2000 scosse in sequenza che si accumularono. Le più forti entro i primi due giorni, causarono effetti cumulativi di IX grado MCS.

Ferrarese: XXI° - XX°

Terremoti dell'area Ferrarese dal XII al XX secolo Cronologia ed epicentri dei terremoti già accaduti nel ferrarese di cui si conserva documentazione scritta.

Tracce di terremoti

Epigrafe nella Chiesa di Costozza, Vicenza. Ricorda tre grandi terremoti medievali: 1117, 1222, 1348. I più forti eventi sismici dell'Italia settentrionale accaduti nell'ultimo millennio.

Calabria 1783

CInque forti terremoti avvenuti tra il 5 febbraio e il 28 marzo con centinaia di scosse minori: danni immensi, ricostruzione lenta e parziale.

Prodigi?

Eventi estremi percepiti come prodigi. Erano considerati entro una visione religiosa della natura. Le popolazioni avevano un atteggiamento fatalista e rassegnato.

Esodo: Maremoto

Il maremoto per eccellenza è narrato nell'esodo. Consentì agli ebrei il passaggio del Mar Rosso e travolse le armate del faraone. Questa icona del miracolo nasconde qualche evento realmente accaduto?

Terremoti come punizione

I terremoti interpretati come segno di punizione. Nell'Apocalisse il terremoto è evocato nel settimo sigillo. Ma i crolli sismici riguardavano davvero tutti?

1348

1348: un forte terremoto precede e segue la peste nera. In Carinzia (Austria) Friuli e Vneneto i danni sismici sono gravissimi. L'epidemia decimò la popolazione europea.

Belice, 1968

Belice 15/01/1968, Magnitudo 6.5. Valle del Belice (Sicilia Occidentale), in dieci giorni sono distrutte 9.000 case, antiche chiese, palazzi. L'area era ritenuta non sismica nelle conoscenze scientifiche del tempo.

Pericoli e Rischi

La fragilità dell'abitare. I rischi sono il risultato di scelte umane. La pericolosità è della natura. Chi girerebbe con un'auto senza freni.

15/01/1968

Belice 15/01/1968: l'impatto sociale è enorme. Alcune centinaia i morti, 100.000 i senza tetto, 12.000 emigrano al nord. Denunce, conflitti rendono difficile la ricostruzione.

Inondazioni

Un'inondazione stravolge la vita quotidina. Causa danni enormi al privato e alla collettività e decontestualizza la normalità della vita quotidiana.

Alluvione

La resa dei conti. Inesorabile. L'acqua trascina materiali che ostruiscono l'alveo. Il Fiume si trasforma in una forza distruttiva. Da dove inizia il problema?

Il nodo della memoria

Costruire e rendere stabile una memoria condivisa delle zone a rischio, per contrastare la preoccupante «smemorizzazione» sui disastri.

Scienza, Storia, Disastri

Cosa sono i disastri, perché sono dimenticati, il rapporto tra scienza e storia nello studio e la divulgazione degli eventi estremi e dei disastri.

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Analisi, documenti, incontri, articoli e interviste: strumenti per far conoscere e divulgare una storia italiana poco conosciuta e spesso dimenticata.
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Perché un centro sugli eventi estremi e sui disastri?

CENTRO EDIS: un progetto di divulgazione scientifica, storica e culturale sui disastri di origine naturale.
  • CHE COSA E' UN EVENTO ESTREMO? E UN DISASTRO

    Un "EVENTO ESTREMO" è qualsiasi evento di origine naturale fuori dalla norma misurata per quel determinato ambiente geofisico in un determinato spazio di tempo. Un "DISASTRO" è l'interazione distruttiva fra un evento estremo e i caratteri del contesto abitato in cui esso accade.
  • IL PESO INSOSTENIBILE DELLA MEMORIA “DISASTROSA”

    I disastri sono sentiti come una sconfitta nel rapporto uomo-natura, o peggio si fa leva sul vittimismo delle comunità e degli individui, in un rapporto spesso di dipendenza con i decisori (quasi sempre poteri statali). Ma proprio nei momenti di crisi si possono aprire nuove prospettive, in un rapporto istituzionale equilibrato, dove la responsabilità individuale può diventare un perno di decisioni diverse. Ricordare per imparare.
  • SCIENZA E DISASTRI: QUALCOSA NON TORNA?

    Oggi le scienze lavorano tutte sul presente: tecnicamente si sa benissimo come difendersi dai terremoti, come consolidare versanti, come evitare che le acque di piena travolgano case ecc. Eppure i disastri non flettono in frequenza, anzi negli ultimi decenni è aumentata la propensione ai disastri. Eppure siamo più ricchi, più colti, più bravi di cinquanta o cento anni fa. I saperi scientifici e tecnici non fermano speculazioni e interessi individuali, anzi sono spesso utilizzati per soluzioni–tampone. Serve una cultura diversa e diffusa, basata su conoscenze e consapevolezza. Serve una conoscenza delle pericolosità ambientali ben radicata. Serve sapere cosa chiedere a chi amministra un territorio e serve che il rispetto delle norme divenga una priorità nazionale inderogabile.
  • PERCHE’ CONIUGARE SCIENZA E STORIA?

    E’ possibile conoscere con molti dettagli e per un lungo arco di tempo la sismicità, l’attività vulcanica, la piovosità o la propensione alle frane di intere aree abitate. L’interazione di questi eventi di origine naturale, con la vita delle persone e dei luoghi abitati, significa conoscere quanto i disastri abbiano pesato sulle generazioni che ci hanno preceduto e le risposte che siano state date o meno a quei caratteri ambientali. Addentrarsi in questa storia consolida l’identità culturale e rafforza la consapevolezza che a quegli stessi rischi siamo ancora esposti, se non si interviene adeguatamente. I fenomeni naturali geodinamici (terremoti, eruzioni vulcaniche) e quelli di origine atmosferica o climatica (alluvioni, siccità), anche se non sono eventi estremi, divengono disastri in un contesto abitato reso fragile e vulnerabile dalle azioni umane. La conoscenza scientifica e storica degli eventi distruttivi già accaduti è in grado di mostrare, senza distorsioni catastrofiste o paure, la pericolosità e la sua stabilità nel tempo, quasi mai nota. Alla pericolosità sismica e vulcanica sono esposti paesi e città. Conoscere la storia di queste interazioni con i centri abitati è la base per non temere la pericolosità della natura, ma cercare risposte corrette.
  • E IL DESTINO? CI SONO AREE “MALEDETTE”?

    Atteggiamenti fatalistici e irrazionali favoriscono la perdita di consapevolezza della pericolosità ambientale e dei rischi connessi. Perché affidare le nostre prospettive di futuro a un “destino” ancorato a fantasiose cabale e coincidenze? Gli elementi di pericolosità sono noti all’ambiente scientifico degli addetti ai lavori. La possibilità di trovare soluzioni corrette dovrebbe essere valutata dai cittadini, così come si valuta l’eliminazione dei rifiuti urbani o la circolazione delle merci, o lo stato di efficienza delle automobili. Occorre attivare sempre più la comunicazione fra ambienti della ricerca e società. Se si conoscono i rischi a cui si è esposti, si accettano in modo responsabile norme di tutela e vincoli. Queste sono le basi di una nuova cultura della sicurezza abitativa.
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