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La casa antisismica

31 Mag 2013
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1570, antisismica, ferrara, ligorio

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  • 1 Il primo progetto di casa antisismica nasce a Ferrara nel 1571
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Il primo progetto di casa antisismica nasce a Ferrara nel 1571

Chi l’avrebbe mai detto?

Veniamo da una grande civiltà abitativa di geniali e innovativi architetti-costruttori ma questa non se lo aspettava nessuno. Si riteneva che la prima casa antisismica, elaborata teoricamente fosse la gaiola portoghese, ideata dopo il terremoto di Lisbona del 1755, poi tornata di moda come casa baraccata, dopo i terremoti  della Calabria del 1783-1784.

 

 

Invece, più di due secoli prima, nel 1571, ci pensò Pirro Ligorio, architetto ed erudito illustre, già successore di Michelangelo come responsabile della fabbrica di San Pietro. Una vetta del sapere costruttivo. Nel suo Libro, o Trattato de’ diversi terremoti (codice 28 delle Antichità Romane, Archivio di Stato di Torino) si pose il problema:  ma perchè le case cadono con i terremoti? Perchè non ci si difende?  Se lo chiese camminando per una Ferrara semi distrutta dal un forte terremoto, accaduto appena due anni dopo al suo arrivo alla corte estense, nel novembre 1570.

 

L’ultima parte del suo trattato si intitola in modo inequivocabile: Rimedi contra terremoti per la sicurezza degli edifici. Egli motiva e disegna questa casa, che non ha precedenti nella cultura occidentale, e che si fonda sull’idea, davvero inusuale a quei tempi, che gli edifici possano resistere anche ai colpi trasversali inferti dai terremoti, non solo ai carichi verticali.
Una convinzione guida Pirro Ligorio in questo percorso: ossia che i terremoti non sono forze oscure e ineluttabili, ma stanno entro il campo della ragione e dell’umano capire: infatti come i terremoti accadono, dove e quali danni fanno è pertinenza della razionalità umana, perché, sostiene Ligorio, difendersi dai terremoti è un dovere dell’intelletto umano. Fa pensare il rimedio: costruire bene, costruire seguendo delle regole, ossia con scrupolo e preveggenza, pensando
al futuro.  Un concetto che la nostra cultura italiana si è persa purtroppo alle spalle…

(il trattato è stato edito nel 2006 a cura di E. Guidoboni, coadiuvata da A. Cristofori e A. Comastri, De Luca editore, Roma).

 

 

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