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Il grande freddo del 1234

//Neve e gelo nel Nord Italia
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Tags: neve e gelo, Nord Italia

L’anno 1234 fu caratterizzato da un’intensa ondata di freddo in Italia, i cui effetti impressionarono i contemporanei, tanto da trovare ampio spazio nelle fonti documentarie coeve, in particolare nelle più importanti cronache italiane del Duecento.

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Dal nord al sud della penisola, gli effetti furono più o meno gli stessi: gelate di fiumi e lagune (Po e Laguna veneta), morte di persone, animali selvatici e domestici, distruzione di raccolti e alberi da frutto.
Il fiume Po si gelò in più tratti tanto che il suo alveo poteva essere attraversato con cavalli e carri carichi di mercanzie, alla pari di quelli di molti suoi affluenti. A Reggio Emilia nella piazza comunale, si trovarono molti lupi morti congelati, mentre in Puglia a morire per il freddo e per gli stenti della fame furono migliaia di pecore, la cui perdita inferse un duro colpo alla pastorizia, motore trainante dell’economia locale in quel tempo.
Le fonti raccontano addirittura di uomini trovati morti congelati nei propri letti. Anche per l’agricoltura gli effetti furono molto distruttivi: nella Pianura Padana gelarono vigneti, ulivi, fichi e in genere ogni sorta di alberi da frutto. Inoltre, gran parte degli alberi della famosa pineta di Ravenna perirono per il gelo, analogamente a quanto è stato rilevato nell’inverno del 1985, benchè in questo caso per un fenomeno attribuito all’inquinamento industriale dell’area.

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  • Ravenna
  • Fiume Po
  • Veneto
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  • Reggio Emilia
  • 1234 – Ravenna pineta “bruciata” dal freddo
    Riccobaldo (o Ricobaldo) Gervasio da Ferrara è ricordato come cronista vissuto forse a Ravenna (secc. XIII-XIV). Scrisse il Pomerium Ravennatis ecclesiae seu Historia universalis ab anno circiter 700 usque ad a. 1297, in tre parti di cui l’ultima è la Compilatio chronologica usque ad annum 1312, da cui proviene questa notizia della distruzione che colpì la pineta di Ravenna a causa del gelo.
    Nell’anno del Signore 1234 l’inverno fu assai più rigido del solito. A causa del gelo si seccò la pineta di Ravenna (Riccobaldo da Ferrara, Compilatio Chronologica, in Pomarium Ecclesiae Ravennatis, RIS1, IX, p.248).
  • 1234 – Pianura padana Po ghiacciato
    Matteo Griffoni (1351-1426 fu un notaio bolognese impegnato nella vita pubblica della città con incarichi di prestigio, che scrisse una importante cronaca in cui racconta i devastanti effetti della gelata dell’inverno 1234, nell’area padana.
    Nello stesso anno 1234 ci fu un così grande freddo e il Po gelò talmente che i carri carichi transitavano per il Po sopra il ghiaccio spesso. E a causa del suddetto freddo le viti sia di pianura che di montagna si seccarono. E in quello stesso anno non si raccolse quasi nulla né dalle viti, né dai fichi, né dagli olivi. Per questo si ebbe un grande danno e il vino gelava nei recipienti (Griffoni Matteo, Memoriale historicum de rebus Bononiensium, RIS2, 18/2, p.10).
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  • 1234 – Veneto ghiaccio
    E nel detto periodo [1234] ci fu un gelo così grande che gli uomini andavano da Venezia fino a Padova e a Treviso sopra il ghiaccio (Giovanni da Bazzano, Chronicon Mutinense, RIS2, XV/4, p.19).
  • 1234 gennaio – Reggio Emilia neve e gelo
    Salimbene de Adam da Parma (1221-1288) è stato uno scrittore italiano, frate minore, seguace di Gioacchino da Fiore e autore di una celebre Cronica, scritta in un latino che spesso muta in volgare, ricchissima di racconti e notizie, tanto da farne una delle fonti storiche più interessanti per il Duecento.
    [traduzione]
    Del grande gelo che ci fu in questo anno.
    Nell’anno del Signore 1234, ci furono nevi e grandi ghiacci per tutto il mese di gennaio, così che le viti e tutti gli alberi da frutto furono congelate. E gli animali dei boschi morirono per il gelo. E i lupi entravano nelle città di notte, e molti di essi di giorno furono catturati, uccisi e e appesi nelle piazze delle città. E gli alberi si spaccavano per il troppo gelo dalla sommità fino in basso, e molti alberi persero del tutto il verde e si seccarono a causa del detto gelo (Salimbene de Adam, Cronica, ed. Giuseppe SCALIA, Corpus Christianorum. Continuatio Mediaevalis CXXV-CXXV A, Turnhout 1998-1999, p.123).

    1235 aprile 17, 23 – Reggio Emilia neve e vento freddo (Salimbene)
    [traduzione]
    Perché le vigne furono distrutte dal gelo straordinario.
    Nell’anno del Signore 1235, in un mercoledì, il tredicesimo giorno prima della fine di aprile [17 aprile] e venne una neve freddissima; e nella seguente notte venne una brina grande, che distrusse le vigne, così che furono viste secche. E il giorno ottava prima della fine di aprile [23 aprile] cadde dell’altra neve e venne la brina, cosicché le viti furono da esse distrutte del tutto (Salimbene de Adam, Cronica, ed. Giuseppe SCALIA, Corpus Christianorum. Continuatio Mediaevalis CXXV-CXXV A, Turnhout 1998-1999, p.123).

 

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