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Frane e dissesto idrogeologico in Italia ed in Umbria

26 Lug 2012
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Presentazione Incontro
II°INCONTRO E DISCUSSIONE SUI RISCHI AMBIENTALI E SUGLI EFFETTI DEI DISASTRI

14 luglio ore 17.30- Palazzo Maurivia Brignone, 14, Spoleto, sala conferenze

Frane e dissesto idrogeologico in Italia ed in Umbria
Claudio MargottiniISPRA – Dip. Servizio Geologico d’Italia

I fenomeni franosi rappresentano la manifestazionepiù evidente della continua l’evoluzione del territorio. Un processo incessante, spesse volte impercettibile e limitato alla sola erosione del suolo, altre volte di drammatico impatto, specialmente quando i volumi in gioco sono notevolie coinvolgono uomini e strutture costruite. L’uomo ha quindi da sempre interagito con i fenomeni franosi, in una continua sfida tra adattamento all’ambiente naturale e protezione da questo, specialmente nei territoripiù montani e con terreni suscettibili da disgregazione. Il motore principale di innesco è chiaramente la pioggia, ed in misura minore eventi sismici, anche se e le politiche di antropizzazione del territorio hanno fortemente contribuito da un lato ad generare frane in aree dove queste non erano presenti, dall’altro ad amplificarne gli impatti sul tessuto socio-economico. Il territorio nazionale per la sua conformazione orografica, geologica e geomorfologica, caratterizzata da un’orografia giovane e da rilievi in sollevamento, è quindi sempre statointeressato da fenomeni idraulicie geologici di notevole intensità.

Tra il 1279 e il 2002 il catalogo AVI (CNR-IRPI) riporta 4.521 eventicon danni di cui 2.366 relativi a frane (52,3%), 2.070 a inondazioni (45,8%) e 85 a valanghe (1,9%). Negli ultimi 50 anni le vittime causate da fenomeni alluvionali sono diminuite (una media di 31vittime l’anno), sono però aumentati con crescita esponenziale, i costi economici a questiassociati (fonte: annuario APAT, 2006). Solo nel XX secolo sono stati registrati oltre 10.000 morti, feriti e dispersi; 350.000persone senza tetto e sfollati; inoltre migliaia di case, decine di migliaia di ponti e centinaia dichilometri di strade e ferrovie distrutte o danneggiate.

Eventi quali quelli della Val Pola, nella regione Lombardia (28 luglio, 1987) con 28 vittime,l’alluvione del Piemonte (settembre 1994) con 69vittime, l’alluvione e le frane in Versilia(giugno 1996) con 14 vittime, le frane in Campania (maggio 1998) con 160 vittime, l’alluvionedi Soverato (2000) con 13 vittime, quella in Val d’Aosta e Piemonte (novembre 2000), ed i fenomeni del 2003 in varie aree delPaese, rappresentano soltantogli episodi più recenti di unasituazione generale di incompatibilità tra le politiche di sviluppo del territorio fino ad oggi adottate e le dinamiche proprie dell’ambiente naturale, di cui non si tiene conto.

Recenti studi evidenziano che nel solo decennio 1991-2001 in Italia si sono accaduti 12mila frane e oltre mille piene. Solo nel 2003 i principali eventi alluvionali hanno coinvolto più di 300 mila persone e le risorse economiche necessarie al ripristino delle aree colpite sonostate pari a 2.184 milioni di euro.

La conferenza ha avuto come obiettivo i processi naturali che intervengono sull’ambiente naturale e leconseguenze sul territorio antropizzato, attraverso casi di studio significativi di dimensione internazionale, nazionale e locale. [link scheda incontro»]

 

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