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terremoto

24 Giu 2013
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E’ l’atto conclusivo di un lungo processo di accumulo di deformazione delle rocce che formano la parte più esterna della Terra. L’energia che determina questa deformazione proviene dai grandi processi dinamici che sono in corso nel nostro pianeta. Il terremoto è quindi il risultato di una frattura che si propaga lungo una faglia nelle zone crostali divenute instabili, causando il moto relativo di un lato della faglia rispetto all’altro.

Il rilascio di energia sismica non è l’unico effetto tangibile del terremoto; il movimento relativo dei due lati della faglia infatti deforma in modo permanente la crosta terrestre, causandone l’abbassamento, l’innalzamento o lo spostamento orizzontale per un’area di grandezza variabile secondo l’entità del fenomeno (nell’ordine di 1000 km2 per un terremoto di magnitudo 6.3 come quello del 6 aprile 2009 a L’Aquila).
I terremoti non sono misurabili in modo diretto e in senso stretto: esistono comunque delle correlazioni che consentono di quantificare la “grandezza” di un evento sismico da due punti di vista: uno correlato all’energia rilasciata, la magnitudo; l’altro basato sugli effetti osservati sulle costruzioni e sull’ambiente, l’intensità.
In superficie lo scuotimento del suolo può causare agli edifici movimenti scomponibili in orizzontali e verticali,
ma in realtà composti e tali da produrre in diversa misura deformazioni, torsioni, dislocazioni e crolli.

Intensità epicentrali dei terremoti d’interesse per l’area ferrarese n.20 eventi selezionati dalla soglia del danno

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